Difetto del setto ventricolare post-infarto (PIVSD, Post-infarction ventricular septal defect)
Difetto del setto ventricolare post-infarto (PIVSD, Post-infarction ventricular septal defect): eziologia, patogenesi e trattamento
Kizyukevich O.Chirurgo cardiovascolare, MD
14 minuti di lettura·Dicembre 23, 2025
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Il difetto del setto ventricolare post-infarto (PIVSD, Post-infarction ventricular septal defect) è la formazione di una lacerazione (foro) nel setto ventricolare del cuore dopo un infarto miocardico acuto (IMA) in corrispondenza dell’area con necrosi transmurale. Il bypass da sinistra a destra che ne deriva causa un significativo sovraccarico emodinamico del ventricolo destro e della piccola circolazione. In media, senza intervento chirurgico, un paziente su quattro muore entro le prime 24 ore dallo sviluppo di questa complicanza.
Difetto del setto ventricolare (freccia verde) e danno miocardico ischemico (freccia gialla): modello 3D
Eziologia e meccanismi alla base del PIVSD
Epidemiologia e tempistiche
Nella pratica attuale, con la riperfusione precoce, l’incidenza della PIVSD è diminuita fino a ≈0,2-0,5% di tutti gli infarti miocardici. Il più delle volte, il difetto del setto ventricolare si sviluppa dal terzo al quinto giorno dopo l’infarto; sono stati descritti anche casi nelle prime 24 ore o più tardi (5-14 giorni).
Localizzazione e meccanismi principali
L’arteria principale associata al PIVSD è l’arteria interventricolare anteriore. Circa il 60% dei casi di PIVSD è localizzato nella parte anteriore/apicale del setto, il 40% nella parte posteriore/inferiore.
I principali meccanismi che portano alla rottura del setto ventricolare comprendono:
Necrosi estesa. L’occlusione completa dell’arteria coronaria con circolo collaterale inadeguato causa una necrosi settale estesa.
Riperfusione inadeguata. Una riperfusione tardiva o inadeguata porta al progredire della necrosi e all’indebolimento dei tessuti.
Carico meccanico. L’aumento della pressione/carico sul ventricolo sinistro (VS) dopo un infarto miocardico crea ulteriori forze sul setto indebolito.
Fattori di rischio. I cambiamenti legati all’età, la diminuzione dei collaterali e l’aterosclerosi coronarica multiregionale aumentano la probabilità di rottura del setto interventricolare.
Occlusione di un ramo dell’arteria coronaria sinistra: modello 3DOcclusione trombotica dell’arteria coronaria dovuta a restringimento critico causato dalla placca aterosclerotica: modello 3D
Patogenesi e disturbi emodinamici
Il difetto del setto ventricolare post-infarto causa una serie di anomalie emodinamiche che nella maggior parte dei casi portano ad un’insufficienza cardiaca acuta:
Necrosi della parete settale. Nell’infarto miocardico transmurale si verifica una necrosi estesa del tessuto settale interventricolare. I cardiomiociti necrotizzati perdono la loro forza.
Indebolimento strutturale. La necrosi è seguita da degradazione enzimatica, edema infiammatorio, lisi del collagene e ridotta resistenza meccanica del setto. Ciò è particolarmente evidente nei primi 3-5 giorni successivi all’infarto miocardico.
Rottura e formazione di un bypass da sinistra a destra. Si verifica una rottura del setto ventricolare e si forma un percorso dal ventricolo sinistro (VS) al ventricolo destro (VD). L’eccessiva eiezione ventricolare sinistra (da sinistra a destra o bypass L-R) causa disturbi emodinamici.
Sovraccarico nella circolazione polmonare. Un grande volume di sangue fluisce attraverso il difetto dal ventricolo sinistro (VS) → al ventricolo destro (VD) e → ai vasi polmonari, causando un aumento della pressione e del volume nella piccola circolazione.
Sviluppo di insufficienza cardiaca acuta ed edema polmonare. L’aumento del flusso di bypass porta ad un sovraccarico del ventricolo destro e del flusso sanguigno polmonare, a una diminuzione dell’eiezione ventricolare sinistra effettiva, ad un aumento della pressione arteriosa polmonare e allo sviluppo di un edema polmonare.
Shock cardiogeno e insufficienza multiorganica. In presenza di un difetto massiccio e di emodinamica instabile, possono svilupparsi shock cardiogeni e ipoperfusione organica con probabilità di morte elevata.
In sintesi, infarto → necrosi settale → rottura → bypass da sinistra a destra → sovraccarico del ventricolo destro e dei polmoni → insufficienza cardiaca/shock.
Classificazione e manifestazioni cliniche del PIVSD
Classificazione anatomica
Non esiste una classificazione internazionale univoca ma per la scelta della strategia terapeutica vengono seguite queste condizioni:
Anatomia del decorso della rottura: semplice, complesso (decorso tortuoso/multilivello).
Localizzazione: apicale, anteriore e posteriore.
Tempistiche di comparsa: precoce (<24 ore), “classica” (giorno 3-5), tardiva (fino a 1-2 settimane).
Gravità: valutazione delle dimensioni del difetto, del numero di difetti e della loro gravità emodinamica.
Sintomi clinici
Il classico schema di PIVSD comprende:
Auscultazione. Insorgenza acuta di un soffio sistolico o sistolico-diastolico stridente all’apice del cuore(un sintomo chiave), spesso poco dopo un infarto. La natura del soffio può variare a seconda delle dimensioni e del numero di difetti.
Sintomi polmonari. Ipertensione polmonare, edema polmonare e dispnea in rapido aumento (dovuta a shunt sinistra-destra e sovraccarico circolatorio).
Segni di shock. Ipotensione, tachicardia, sudorazione fredda, oliguria (segni di shock cardiogeno in caso di difetto massiccio).
Segni generali. Debolezza acuta, confusione (dovuta a ipoperfusione cerebrale e organica).
Complicanze. Sono possibili aritmie e tromboembolia.
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Diagnosi e metodi di trattamento
Diagnosi del PIVSD
Metodi di laboratorio. Elevati livelli di troponina I/T e CK-MB (marcatori di infarto); elevati livelli di BNP/NT-proBNP (insufficienza cardiaca); aumento del lattato nello shock cardiogeno.
Ecocardiografia (echoCG). Il metodo di scelta per la diagnosi del difetto del setto ventricolare. Permette di visualizzare il difetto, il flusso da sinistra a destra, le dimensioni del bypass e la valutazione della funzione ventricolare sinistra e destra. Se la visibilità è scarsa, è indicato un ecocardiogramma transesofageo.
Angiografia coronarica. Utilizzata per la valutazione coronarica e la pianificazione della rivascolarizzazione.
Monitoraggio. Catetere Swan-Ganz per valutare la pressione ventricolare destra, la pressione arteriosa polmonare e l’indice cardiaco (in particolare in caso di shock). Pressione venosa centrale, pressione arteriosa invasiva, controllo della diuresi.
Risonanza magnetica(RMN)/TAC del cuore. Raramente utilizzata in situazioni di emergenza ma che può aiutare a chiarire le dimensioni della necrosi e l’anatomia del difetto.
Trattamento del difetto post-infarto
L’obiettivo principale è quello di stabilizzare l’emodinamica e chiudere la rottura.
Metodi conservativi. Utilizzati temporaneamente per la stabilizzazione. Includono inotropi (dobutamina, milrinone) se la frazione di eiezione è ridotta, vasodilatatori e riduttori del postcarico (ad es. nitroprussiato) con cautela, specialmente in caso di ipotensione. Beta-bloccanti, diuretici, farmaci antitrombotici, ecc. L’uso di determinati gruppi di farmaci è estremamente personalizzato e dipende dallo stato emodinamico del paziente.
Supporto circolatorio meccanico: può essere considerato come parte integrante della terapia conservativa o come ponte verso il trattamento chirurgico. Il supporto può essere fornito mediante contropulsazione intra-aortica con palloncino, ECMO veno-arteriosa e pompe microassiali intracardiache percutanee.
Tecniche interventistiche (chiusura percutanea): uso di occlusori attraverso accesso vascolare. Indicato per difetti di piccole dimensioni, in presenza di anatomia adeguata ed emodinamica stabile. L’occlusore viene posizionato tramite accesso transvenoso-transarterioso sotto il controllo dell’ecocardiografia e della fluoroscopia.
Tecnica: l’intervento chirurgico per il difetto del setto ventricolare viene eseguito in condizioni di bypass cardiopolmonare, più comunemente utilizzando un patch (sintetico o autopericardico).
Strategia: è preferibile eseguire un intervento chirurgico ritardato (dopo 2-4 settimane), quando il cordone fibroso si è formato e i tessuti sono più resistenti (a condizione che il paziente sia stabile).
Nel VSD apicale, l’incisione viene praticata attraverso l’apice ventricolare sinistro infartuato, seguita dalla possibile escissione della porzione apicale e da suture in teflon (più spesso a doppia linea: a materassaio e avvolgente) per formare un nuovo apice cardiaco.
In alcuni casi viene utilizzata la tecnica della plastica con patch con esclusione dell’area infartuata, in cui la patch viene suturata al tessuto sano sul lato endocardico e isola la cavità ventricolare sinistra dal difetto nel setto ventricolare.
Alternativa: se tutti i metodi risultano inutili, si prende in considerazione il trapianto ortotopico di cuore.
FAQ
1. Che cos’è un VSD post-infarto?
Si tratta di una rottura del setto interventricolare che si verifica dopo un infarto miocardico a causa della necrosi e della distruzione del muscolo settale.
2. Quando è più frequente sviluppare un difetto del setto ventricolare in seguito ad un infarto?
Di solito dal terzo al quinto giorno dopo l’infarto transmurale, meno spesso il primo giorno o 1-2 settimane dopo.
3. Quali sintomi possono indicare un difetto del setto ventricolare post-infarto?
Deterioramento improvviso in seguito ad infarto miocardico, nuovo soffio sistolico forte, segni di dispnea e insufficienza cardiaca.
4. Come si conferma la diagnosi di difetto del setto ventricolare?
Il metodo principale è l’ecocardiografia con Doppler a colori: visualizza il flusso sanguigno attraverso il difetto e ne stima le dimensioni.
5. Il difetto del setto ventricolare post-infarto può essere trattato farmacologicamente?
Si ricorre temporaneamente alla terapia conservativa (inotropi, diuretici, vasodilatatori) per stabilizzare il paziente prima dell’intervento chirurgico.
6. Quali sono i rischi di un intervento chirurgico precoce per il difetto del setto ventricolare post-infarto?
Ai margini del difetto si osserva necrosi e friabilità, con scarsa tenuta della sutura: elevato rischio di rottura ripetuta o cedimento delle suture, pertanto, in presenza di emodinamica stabile, si cerca di posticipare l’intervento chirurgico di 2-4 settimane dal momento dell’infarto miocardico.
7. Come viene eseguita la chiusura chirurgica di un difetto del setto ventricolare post-infarto?
Di solito attraverso il ventricolo sinistro (per i difetti anteriori) o attraverso il ventricolo destro (per i difetti posteriori), con il posizionamento di una patch sui margini sani del difetto.
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