Taglio cesareo: indicazioni, preparazione, tecniche, gestione postoperatoria

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Il taglio cesareo è uno degli interventi chirurgici più antichi in medicina ma solo negli ultimi decenni è emerso un sistema di standard basati su prove scientifiche che orientano le indicazioni, la tecnica e la gestione postoperatoria.

Secondo l’OMS (2021) la frequenza ottimale dei parti cesarei nella popolazione è del 10-15%, tuttavia, in alcuni paesi questa percentuale supera il 30-40%. L’uso eccessivo della chirurgia senza indicazioni rigorose aumenta il rischio di complicanze materne e fetali, nonché l’incidenza di anomalie placentari e rottura uterina nelle gravidanze successive.

Animazione 3D: taglio cesareo

Indicazioni per eseguire un taglio cesareo

Indicazioni materne

Indicazioni assolute

  • Placenta previa totale con emorragia/occlusione dell’orifizio interno dell’utero;
  • Rottura o rischio di rottura dell’utero;
  • Eclampsia grave, sindrome HELLP, dove è necessario procedere al parto il prima possibile;
  • Gravi deformità pelviche che impediscono il movimento fetale;
  • Infezione genitale da herpes attiva al momento del parto (rischio di infezione neonatale).

Indicazioni relative

  • Malattie somatiche scompensate (cardiopatia grave, ipertensione polmonare);
  • Cicatrici uterine multiple dovute a precedenti interventi chirurgici;
  • Rifiuto del parto vaginale in presenza di rischi medici giustificati (decisione individuale).

Indicazioni fetali

  • Ipossia fetale acuta confermata dal monitoraggio elettronico fetale (EFM), dal profilo biofisico o dal pH del sangue fetale;
  • Presentazione anomala: presentazione trasversale, obliqua o podalica in assenza delle condizioni di sicurezza previste per il parto vaginale;
  • Gravidanze multiple se il primo feto non è in presentazione cefalica;
  • Vasa praevia e altre anomalie vascolari del cordone ombelicale;
  • Feto di grandi dimensioni con bacino clinicamente stretto.

Indicazioni per condizioni combinate

Una combinazione di fattori di rischio moderati (per es, presentazione podalica + cicatrice uterina + ipossia fetale) può anche essere motivo di taglio cesareo elettivo.

Un aspetto fondamentale è che gli interventi chirurgici elettivi non devono essere eseguiti prima della 39ª settimana di gestazione, al fine di ridurre l’incidenza di complicanze respiratorie nel neonato (NICE NG192, 2021).

Preparazione preoperatoria per un taglio cesareo

1. Valutazione clinica e consenso informato

Vengono analizzati l’anamnesi medica e ostetrica e i parametri di laboratorio (Hb, Ht, profilo coagulativo, gruppo sanguigno, fattore Rh). Alla donna vengono spiegati in dettaglio lo scopo, i rischi e le alternative all’intervento chirurgico, in seguito viene documentato il consenso informato.

Per il taglio cesareo elettivo, si raccomanda di consultare un anestesista per discutere il tipo di anestesia e la possibilità di un’interazione precoce tra madre e bambino.

2. Profilassi antibiotica

Secondo ACOG (2023) e RCOG (2022):

  • Cefazolina 2 g EV, 30 minuti prima dell’incisione; se il peso della madre è > 120 kg, somministrare 3 g;
  • Per le allergie, clindamicina + gentamicina;
  • Dose aggiuntiva in caso di durata dell’intervento chirurgico > 2 ore o emorragia massiva > 1500 ml.

3. Prevenzione delle complicanze tromboemboliche

  • Compressione elastica degli arti inferiori per tutte le donne in travaglio;
  • Eparine a basso peso molecolare (enoxaparina 40 mg/giorno): in caso di fattori di rischio di TEV (obesità, vene varicose, età > 35 anni);
  • Somministrazione di LMWH, 6-12 ore dopo l’intervento chirurgico, se non vi sono segni di sanguinamento.

4. Assistenza anestesiologica

L’anestesia regionale (spinale o combinata spinale-epidurale) è il metodo preferito per il taglio cesareo di routine.
Vantaggi:

  • Il paziente è vigile;
  • Il rischio di aspirazione è minimo;
  • È possibile l’interazione precoce con il neonato.

L’anestesia generale è indicata in caso di controindicazioni (coagulopatia, grave ipovolemia, urgenza < 5 minuti).

5. Preparazione psico-emotiva e coinvolgimento del partner

I protocolli attuali (NICE, OMS) consentono la presenza del partner durante il taglio cesareo elettivo, a patto che venga mantenuta la sterilità, il che riduce l’ansia e migliora l’adattamento materno.

Tecniche chirurgiche moderne per il taglio cesareo

Principi generali di accesso chirurgico

Lo scopo della tecnica chirurgica di taglio cesareo è quello di garantire un parto sicuro, rapido e non traumatico, minimizzando l’emorragia e, allo stesso tempo, conservando l’integrità anatomica dei tessuti, in modo tale da salvaguardare la funzione riproduttiva della donna.

Le attuali raccomandazioni internazionali (NICE NG192, OMS 2021, ACOG 2023, RCOG 2022) sottolineano la necessità di metodi delicati e standardizzati, riducendo al minimo l’uso di strumenti affilati ed elettrochirurgia, nonché il rifiuto di manipolazioni di routine che non si sono dimostrate efficaci (sutura del peritoneo, drenaggio).

Tipi di incisioni cutanee e fasciali

Incisione di Pfannenstiel

L’accesso più comunemente utilizzato per il taglio cesareo elettivo. L’incisione viene praticata 2–3 cm sopra la sinfisi, arcuata, lunga 12–15 cm.

  • Dissezione strato per strato: cute, tessuto sottocutaneo, fascia anteriore dei muscoli retti addominali, stripping muscolare smussato, dissezione peritoneale.
  • Vantaggi: buon risultato estetico, riduzione del rischio di ernie postoperatorie, adeguata visibilità con un segmento uterino inferiore sviluppato.
  • Svantaggi: visibilità limitata in caso di aderenze gravi, può essere tecnicamente più difficile in situazioni di emergenza.
Incisione cutanea
Incisione cutanea
Incisione del tessuto adiposo sottocutaneo
Incisione del tessuto adiposo sottocutaneo

Incisione di Joel-Cohen

Sviluppata negli anni ’70 come alternativa alla tecnica di Pfannenstiel. Viene eseguita in modo rettilineo, 3 cm al di sopra della proiezione dell’incisione classica di Pfannenstiel, lunga 15 cm.

Caratteristiche principali:

  • Vengono sezionati solo la cute e il fascio, mentre i muscoli e il peritoneo vengono separati con un taglio netto.
  • Il peritoneo viene aperto trasversalmente senza dilatazione con delle forbici.
  • Non viene eseguita la sutura di routine del peritoneo parietale e viscerale.
    • I vantaggi includono: riduzione della durata dell’intervento di 6-10 minuti, riduzione del dolore postoperatorio, riduzione della perdita di sangue e dell’incidenza di febbre (Cochrane, 2022).
    • Svantaggi: l’incisione è meno gradevole dal punto di vista estetico rispetto a quella di Pfannenstiel, ciò nonostante non ha alcuna rilevanza clinica.

Tecnica Misgav-Ladach (variante Joel-Cohen)

Uno sviluppo evolutivo del metodo Joel-Cohen proposto da Stark (1995).

Principi:

  • Incisioni nette minime, separazione dei tessuti effettuata prevalentemente con strumenti smussati;
  • L’incisione uterina è ridotta (2-3 cm), poi viene allargata con le dita;
  • Non vengono eseguiti la sutura e il drenaggio di routine del peritoneo;
  • Sutura singola sull’utero;
  • Recupero rapido del paziente.

Benefici basati su prove scientifiche (Cochrane, 2022; RCOG, 2022):

  • Riduzione della perdita di sangue di 100-200 ml;
  • Riduzione della durata dell’intervento chirurgico di 7-10 minuti;
  • Riduzione dell’incidenza delle infezioni postpartum e della sindrome dolorosa;
  • Mobilizzazione e dimissioni anticipate.

Impiego: è lo “standard di riferimento” per il taglio cesareo elettivo nella maggior parte delle cliniche europee.

Incisione uterina (isterotomia)

Incisione trasversale del segmento inferiore

L’accesso più sicuro e comune. Viene eseguita nel segmento uterino inferiore, 1-2 cm sopra la plica vescico-uterina.

  • L’incisione è lunga 2-3 cm e viene poi allargata con le dita (in modo smusso).
  • Dopo l’estrazione del feto, viene eseguita la sutura con materiale riassorbibile.

Vantaggi:

  • Perdita di sangue minima;
  • Cicatrice robusta;
  • Basso rischio di rottura durante i parti successivi (fino allo 0,5%);
  • Semplicità tecnica.

Svantaggi: difficile in caso di aderenze gravi o segmento inferiore uterino non sviluppato (prima della 30ª settimana di gestazione).

Incisione uterina
Incisione uterina

Incisione verticale (classica)

Si estende dal segmento inferiore fino al corpo dell’utero per 8-10 cm.
Indicazioni:

  • Placenta previa;
  • Gravidanza prematura (≤ 28 settimane);
  • Aderenze pronunciate;
  • Anomalie della posizione fetale.

Svantaggi:

  • Elevato rischio di sanguinamento;
  • Cicatrice difettosa (rischio di rottura fino al 4-9% durante le successive gravidanze);
  • Aumento dell’incidenza delle complicanze infettive;
  • Viene utilizzato esclusivamente in caso di condizioni potenzialmente letali.

Incisioni a T e a J

Utilizzate nei casi di estrazione difficile (per es., testa grande o presentazioni anomale).

Eseguite come estensione verticale (T) o laterale (J) dell’incisione trasversale.

È importante tenere presente che tali incisioni aumentano il rischio di rottura della cicatrice durante le successive gravidanze e che alla paziente dovrebbe essere consigliato di sottoporsi ad un taglio cesareo elettivo nei parti futuri.

Estrazione fetale

Dopo aver aperto la sacca amniotica e prelevato una piccola quantità di liquido amniotico, il feto viene estratto con i seguenti metodi:

  • Presentazione cefalica: una mano viene inserita sotto la testa attraverso l’incisione e ritirata esercitando una tensione minima sui tessuti.
  • Presentazione podalica: estrazione dalle natiche, poi dalle spalle e dalla testa (metodo Tsovianov o manovra classica di Bracht).
  • Presentazione trasversale: è possibile eseguire una manovra interna di rotazione della gamba del feto e quindi procedere all’estrazione.

Punto importante: evitare un’eccessiva pressione di trazione per ridurre al minimo le lesioni all’utero e al feto.

Estrazione fetale
Estrazione fetale

Separazione della placenta e prevenzione dell’emorragia

La separazione spontanea della placenta è la più sicura. Dopo la sua fuoriuscita, la cavità uterina viene ispezionata e i resti delle membrane fetali vengono rimossi.

Prevenzione dell’emorragia:

  • Somministrazione di ossitocina 10 U in bolo endovenoso, seguita da infusione di 20-40 U in 1000 mL di soluzione alla velocità di 60-80 mL/h;
  • In caso di rischio di ipotensione, carbetocina 100 mcg per via endovenosa, lentamente;
  • Massaggio uterino fino a ottenere un tono uterino fermo.

Tecnica di sutura uterina

Sutura singola

Viene eseguita come sutura continua con materiale riassorbibile (Vicryl 1–0).

  • Semplicità, tempi chirurgici più brevi, minore perdita di sangue.
  • È utilizzata nel metodo Misgav-Ladach.
  • Le meta-analisi (Bujold et al., 2021) dimostrano che la resistenza della cicatrice è paragonabile a quella delle doppie suture.
Sutura uterina
Sutura uterina

Sutura doppia

La prima linea è una sutura continua dello strato mucoso e muscolare; la seconda linea è una linea di inversione siero-muscolare.

  • Il vantaggio è la formazione di una cicatrice potenzialmente più sicura.
  • Lo svantaggio è il tempo operatorio più lungo e un leggero aumento di emorragie.

Dettagli

  • Uso di materiali sintetici riassorbibili (vicryl, poliglicolide).
  • Non devono rimanere aree ischemiche o tensione eccessiva dei tessuti.
  • In caso di sanguinamento dai bordi chirurgici, si utilizzano suture separate a Z o ottagonali.

Sutura e chiusura degli strati della parete addominale

  • Il peritoneo non viene suturato, poiché è stato dimostrato che ciò non aumenta il rischio d’infezioni e riduce la durata dell’intervento chirurgico.
  • La fascia viene suturata con punti continui utilizzando materiale riassorbibile (Vicryl 1–0).
  • Il tessuto sottocutaneo viene suturato con uno spessore di >2 cm per prevenire la formazione di sieromi.
  • Sutura cutanea è cosmetica intradermica (monofilamento 3–0) o punti metallici se è necessaria una chiusura rapida.

Si conclude con medicazione asettica, controllo dell’emostasi e conteggio chirurgico.

Tecniche alternative e modificate

“Metodo Stark modificato”

Combina l’incisione di Joel-Cohen con una sutura uterina a doppia fila adattata e l’uso di una singola dose di antibiotico prima dell’incisione. Ampiamente utilizzato in Germania e Scandinavia.

“Metodo Misgav-Ladach modificato”

Viene utilizzato in situazioni di emergenza: dissezione minima, recupero rapido del feto, chiusura dell’utero con una singola sutura e sutura emostatica temporanea B-Lynch, se necessario.

Taglio cesareo mediante mini-laparotomia

Si usa in caso di feti piccoli o di morte prenatale; incisione cutanea ≤10 cm, lesioni minime, più comune nei paesi in via di sviluppo.

Estroflessione uterina vs sutura in situ

Estroflessione

L’utero viene rimosso dalla cavità addominale per consentirne la visualizzazione e facilitare la sutura.

  • Vantaggi: migliore visibilità, controllo dell’emorragia.
  • Svantaggi: aumento del dolore e ipotensione transitoria dovuta alla trazione dei legamenti.

Sutura in situ

La sutura dell’utero avviene in posizione, senza estrarlo.

  • Risposte emodinamiche meno significative.
  • Risultati equivalenti in termini di cicatrici ed emorragie.

La scelta del metodo dipende dall’esperienza del chirurgo e dalle condizioni del paziente.

Controllo del drenaggio e dell’emostasi

Il drenaggio addominale di routine non è raccomandato (NICE, 2021).
Indicazioni:

  • Emorragia massiva;
  • Lesioni alla vescica;
  • Placenta fusa.

Il controllo dell’emostasi viene eseguito prima di suturare la fascia, con un’attenta ispezione del peritoneo e degli angoli dell’incisione uterina.

Durata e qualità dell’intervento chirurgico

  • Durata media di un taglio cesareo standard (Misgav-Ladach): 25-35 minuti.
  • Perdita media di sangue: 400-800 ml.
  • Indicatori chiave di qualità:
    • Tempo trascorso dall’incisione cutanea alla nascita del feto < 5 min;
    • Assenza di suture emostatiche aggiuntive;
    • Emostasi affidabile e cicatrice liscia.

Tendenze attuali e innovazioni

  • Approcci ERAS in sala operatoria: ridurre al minimo le infusioni, riscaldare il paziente e ricorrere all’anestesia multimodale.
  • Uso di bisturi a ultrasuoni per ridurre la perdita di sangue (studi limitati).
  • Documentazione fotografica e registrazione digitale della procedura di taglio cesareo (implementate per il controllo qualità).
  • Tecnica del taglio cesareo “gentile”: estrazione fetale ritardata, mantenimento del contatto pelle a pelle direttamente in sala operatoria, supporto psicologico (raccomandato dal NICE e dal RCOG per i casi di chirurgia elettiva).

Misure di prevenzione intraoperatorie

  1. Prevenzione delle emorragie:
    • Ossitocina 10 unità EV; se a rischio: carbetocina 100 mcg EV;
    • Controllo dell’emostasi e compressione vascolare temporanea;
    • In caso di placenta percreta, è possibile ricorrere ad un approccio multidisciplinare, all’embolizzazione o all’isterectomia.
  2. Controllo termico: mantenere una temperatura ≥ 36 °C riduce il rischio di emorragia e infezione.
  3. Terapia infusionale razionale: riduzione dei cristalloidi a < 2 litri, colloidi/trasfusioni in base all’emodinamica, se necessario.

Gestione postoperatoria dopo il taglio cesareo

Monitoraggio e osservazione

Le prime 2 ore (nel reparto di terapia intensiva): controllo della pressione arteriosa, del polso, della diuresi, delle condizioni uterine e della perdita di sangue.
Se si riscontrano segni di ipotonia o sanguinamento, è necessario procedere immediatamente all’ispezione della ferita e alla terapia emostatica.

Anestesia

Approccio multimodale (secondo ERAS-ACOG 2022):

  • FANS (ketorolac, ibuprofene) + paracetamolo a intervalli regolari;
  • Blocchi locali (blocco TAP, blocco QL) o analgesia epidurale prolungata;
  • Ridurre al minimo l’uso degli oppioidi, utilizzandoli solo in caso di dolore intenso.

Mobilizzazione precoce e alimentazione

È consentito alzarsi dopo 6 ore, assumere liquidi dopo 2 ore e cibo dopo 6 ore, in assenza di nausea. Mangiare precocemente migliora la peristalsi e riduce il rischio di paresi intestinale.

Prevenzione di trombosi

Compressione meccanica immediatamente dopo l’intervento chirurgico, EBPM (dopo 6-12 ore).
Durata: fino a 7 giorni o più in caso di rischio elevato.

Controllo delle infezioni

Una temperatura inferiore a >38 °C nelle prime 48 ore è una ragione per escludere l’endometrite o l’infezione della ferita.
Il trattamento è empirico (cefalosporina di II-III generazione + metronidazolo).

Riabilitazione e dimissione

Dimissione a casa dal 3° al 5° giorno, se le condizioni sono soddisfacenti.
Raccomandazioni post-procedura:

  • Controllo dal ginecologo dopo 10-14 giorni;
  • Evitare esercizi fisici intensi per 4-6 settimane;
  • L’intervallo ottimale tra una gravidanza e l’altra è ≥ 18 mesi.

Sostegno all’allattamento al seno

Nell’anestesia regionale, il contatto pelle a pelle precoce e l’allattamento al seno nei primi 30 minuti riducono il rischio di problemi di allattamento e depressione postpartum.

Principi degli approcci moderni all’esecuzione del taglio cesareo

Gli approcci moderni al taglio cesareo si basano su quattro principi fondamentali:

  1. Ottimizzazione delle indicazioni: ridurre l’incidenza di tagli cesarei primari è uno degli obiettivi globali dell’OMS. L’uso di scale (ad esempio, la classificazione di Robson) consente la standardizzazione delle indicazioni e l’analisi della qualità dell’assistenza ostetrica.
  2. Tecniche chirurgiche non aggressive: la tecnica Misgav-Ladach ha dimostrato di offrire vantaggi in termini di riduzione della durata dell’intervento, minore perdita di sangue e dolore, senza aumentare i tassi di complicanze.
  3. Prevenzione completa delle complicanze: la profilassi antibiotica singola prima dell’incisione e la profilassi della TEV sono standard obbligatori di qualità dell’assistenza.
  4. Programmi ERAS: la mobilizzazione precoce, la restrizione per le infusioni, la gestione multimodale del dolore e la nutrizione precoce riducono la durata della degenza ospedaliera e accelerano il recupero.

Nonostante la standardizzazione, permangono alcune questioni controverse: il metodo ottimale di sutura uterina, la necessità di suturare il peritoneo, la scelta dei farmaci per prevenire l’emorragia. Questi argomenti richiedono ulteriori studi multicentrici.

Il taglio cesareo è un metodo di parto altamente efficace, eseguito sulla base di rigorose indicazioni mediche. Le attuali linee guida internazionali mirano a migliorare la sicurezza, ridurre le complicanze e preservare la salute riproduttiva delle donne.

Le prestazioni ottimali del taglio cesareo prevedono:

  • Rigida osservanza delle indicazioni;
  • Profilassi antibiotica prima dell’incisione;
  • Utilizzo di tecniche delicate (Joel-Cohen/Misgav-Ladach);
  • Gestione multimodale del dolore e mobilizzazione precoce;
  • Approccio interdisciplinare in situazioni ad alto rischio.

FAQ

1. In quali casi viene eseguito un taglio cesareo?

I tagli cesarei vengono eseguiti sulla base di rigorose indicazioni mediche. Le indicazioni materne possono includere placenta previa totale, rischio di rottura uterina o eclampsia grave. Le indicazioni fetali sono ipossia acuta, presentazione anomala (ad esempio trasversale) o nei casi di peso fetale elevato combinato con un bacino materno stretto.

2. In base a quali tempistiche viene eseguito il taglio cesareo elettivo?

Il taglio cesareo elettivo è consigliato non prima della 39ª settimana di gravidanza. È necessario eseguire l’intervento chirurgico in seguito a questo termine, piuttosto che alla 38ª settimana o prima, per ridurre significativamente il rischio di complicanze respiratorie (respirazione) nel neonato.

3. È necessario attendere il travaglio quando si effettua il taglio cesareo elettivo?

L’intervento chirurgico elettivo viene solitamente eseguito prima dell’inizio del travaglio (contrazioni) in una data prestabilita in base alle indicazioni mediche.

4. Come viene eseguito un taglio cesareo e quanti strati vengono tagliati?

Il decorso dell’intervento chirurgico di taglio cesareo consiste in una dissezione strato per strato del tessuto. Il chirurgo pratica diversi tipi di incisioni nella cute (di solito trasversali sopra il pube) e nell’utero. Vengono sezionati in sequenza diversi strati: cute, tessuto sottocutaneo, fascia, peritoneo, parete uterina e membrana amniotica.

5. Quanto dura un parto cesareo?

Un taglio cesareo standard, eseguito con tecniche moderne e delicate, dura in media dai 25 ai 35 minuti.

6. Quanto è doloroso il taglio cesareo e quale tipo di anestesia è preferibile?

L’intervento chirurgico è indolore, poiché viene eseguito sotto anestesia. Negli interventi chirurgici elettivi, l’anestesia regionale (spinale o epidurale) è considerata il metodo privilegiato. Permette al paziente di essere vigile. L’anestesia generale viene utilizzata meno di frequente, soprattutto nei casi di emergenza.

7. Posso richiedere un parto cesareo se lo desidero?

Il “taglio cesareo su richiesta” (intervento chirurgico senza indicazione medica) non è raccomandato. Questo tipo di intervento aumenta il rischio di complicazioni per la madre, quali infezioni e perdita di sangue, oltre ad aumentare il rischio di rottura uterina in gravidanze future.

8. Qual è meglio: il parto cesareo o il parto naturale?

Il parto naturale è un processo fisiologico. Il taglio cesareo è un intervento chirurgico eseguito sulla base di rigorose indicazioni mediche, quando il parto naturale non è sicuro per la madre o il bambino. Pertanto, la scelta (cesareo o parto naturale) non è determinata da cosa sia meglio in generale, ma da quale metodo sia il più sicuro in una specifica situazione clinica. Ogni metodo presenta vantaggi e svantaggi, che il medico valuta al momento di determinare il tipo di parto.

9. Qual è la preparazione al parto cesareo e con quanti giorni di anticipo è necessario essere ricoverati in ospedale?

La preparazione al taglio cesareo comprende la consultazione obbligatoria con un anestesista, la valutazione clinica delle condizioni e gli esami di laboratorio necessari. Il momento del ricovero in ospedale è determinato dai protocolli della struttura sanitaria. Questo può avvenire 1-2 giorni prima dell’intervento per svolgere un esame completo o la mattina stessa dell’intervento, se le condizioni del paziente lo consentono.

10. Come avviene la convalescenza e quando si viene dimessi dopo un taglio cesareo?

La riabilitazione dopo un intervento chirurgico cesareo, secondo i protocolli moderni, prevede una mobilizzazione precoce (ci si alza dopo 6 ore). Per quanto riguarda l’alimentazione nel corso dei primi giorni: nelle prime 6 ore dopo il taglio cesareo sono consentiti liquidi e cibi leggeri. Il momento della dimissione dopo il taglio cesareo dipende dalle condizioni, ma in assenza di complicazioni, la dimissione avviene solitamente dal terzo al quinto giorno.

11. Quanto tempo impiega la cicatrice a guarire dopo il taglio cesareo?

La guarigione primaria della cicatrice cutanea richiede 10-14 giorni. La formazione completa della cicatrice richiede diversi mesi.

12. Quanto dura il sanguinamento dopo un taglio cesareo?

Le perdite ematiche (lochia) sono un processo normale di pulizia dell’utero dopo un taglio cesareo. Possono durare in media dalle 4 alle 6 settimane, diventando gradualmente di colore più chiaro.

13. Quando posso avere rapporti sessuali e fare esercizio fisico dopo un taglio cesareo?

È da escludere qualsiasi attività fisica intensa per 4-6 settimane. Si consiglia di iniziare ad avere rapporti sessuali dopo un taglio cesareo (o quando è possibile), solitamente 6-8 settimane dopo l’intervento, ma solo dopo una visita ginecologica.

14. Quando inizia l’allattamento dopo un taglio cesareo?

L’inizio del processo di allattamento dopo il taglio cesareo dipende da fattori individuali. L’attacco precoce del bambino al seno, possibile con l’anestesia regionale materna, aiuta a stimolare la lattazione.

15. Quante volte posso sottopormi a un taglio cesareo e quando posso rimanere nuovamente incinta dopo un taglio cesareo?

L’intervallo ottimale da attendere prima di rimanere incinta dopo un cesareo è di almeno 18 mesi. Non esiste un limite preciso al numero di tagli cesarei che possono essere eseguiti, ma cicatrici multiple sull’utero aumentano il rischio di complicazioni nelle gravidanze successive.

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